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Che cos’è Pagespeed?

Google Pagespeed Insights è uno strumento per misurare e testare le prestazioni di un sito web.

Accessibile gratuitamente a questo indirizzo, basta inserire un url per ottenere un risultato che è indicato con un punteggio su 100, il punteggio massimo.

Questo risultato è suddiviso in sottocategorie e raccomandazioni associate per migliorare questo punteggio su 100. La piattaforma può valutare diversi criteri come i tempi di caricamento, l’accessibilità, i protocolli, il consumo di risorse e molti altri indicatori.

Perché Pagespeed è diventato un’ossessione?

La SEO (ottimizzazione dei motori di ricerca) è al cuore della competizione per catturare il pubblico. Google regolarmente segnala che il tempo di caricamento delle pagine è un fattore nell’indicizzazione dei risultati di ricerca. Mentre il motore di ricerca evita di esplicitare i suoi criteri, esiste la credenza diffusa (e in parte giustificata) che le prestazioni del sito (e quindi il Pagespeed) potrebbero incidere sul traffico proveniente in particolare da Google News e Discover. Dato che queste due fonti di pubblico sono vitali per i media web, è facile capire la preoccupazione dei webmaster di fronte alle variazioni del proprio Pagespeed, che non sono sempre facili da decifrare. 

Un’ansia che si è trasformata in un’ossessione con l’annuncio dell’aggiornamento Page Experience da parte di Google (previsto a maggio e poi rimandato a giugno 2021), che dovrebbe dare ancora più importanza alla performance, collegandola all’esperienza dell’utente.

In questo contesto, la complessa questione della SEO si è ridotta a un’equazione semplicistica: 

Più alto è il mio Page Speed = migliore è la mia SEO

Ma questa equazione è FALSA!

Pagespeed: della psicologia e dei dati

Google utilizza Pagespeed nella dinamica del suo ranking. Sforzarsi di migliorare la velocità di caricamento del proprio sito è quindi ovviamente un elemento importante e può anche costituire un vantaggio competitivo rispetto a una proposta equivalente di un sito concorrente. Ma è solo un criterio tra i tanti.

Vediamo ogni giorno che siti con punteggi eccellenti (superiori a 95) sono proposti molto più in basso nella SERP rispetto ad altri con un Pagespeed molto più basso. Attualmente, la velocità del sito non è quindi un criterio primario. 

Se è diventato così importante, è per un’ovvia ragione psicologica: il Pagespeed è praticamente l’unico elemento di confronto disponibile e comprensibile a tutti. Questi dati riempiono parzialmente le incertezze abissali generate dalle variazioni criptiche della SEO e del pubblico. Non è sorprendente che tutti corrano verso questa piccola fonte di luce. 

La cosa più importante da ricordare sono le raccomandazioni offerte da Pagespeed. Suddivise in 24 criteri diversi, forniscono consigli per ottimizzare il proprio sito. Questo approccio può quindi essere vantaggioso per il tuo sito anche se non garantisce una migliore indicizzazione.

E la Pubblicità?

Gli script integrati nelle pagine del tuo sito trasmettono delle chiamate ai server che permettono di caricare gli elementi pubblicitari. Questi scambi di dati fanno parte del circuito inserzionista/editore, essenziale per la monetizzazione del tuo sito. La loro complessità ha portato la pubblicità a diventare un grande consumatore di risorse. In altre parole, la pubblicità ha un impatto significativo su Pagespeed. È comune vedere un sito passare da un punteggio di 90/100 senza pubblicità a un punteggio inferiore a 50/100 con la pubblicità. È un disastro per la SEO? No. Se lo fosse, i siti con meno pubblicità sarebbero in cima alla ricerca su Google. Ma non è questo il caso. 

Tuttavia, trovare il giusto equilibrio tra il tempo di caricamento e l’ottimizzazione delle entrate è al giorno d’oggi una questione chiave. Occorre valorizzare al massimo il tuo sito, senza compromettere l’esperienza utente (UX) e senza incidere troppo sulle prestazioni del sito stesso (e sul Pagespeed).

Si tratta di un meccanismo complesso che viene costantemente messo in discussione dall’evoluzione delle soluzioni pubblicitarie. Diventerà ancora più cruciale con l’annunciata evoluzione dell’algoritmo di Google. Un sostegno specifico e un approccio personalizzato sono essenziali per raggiungere questo obiettivo. 

Questa è la costante preoccupazione di Culture G, che da 10 anni mette la ricerca della performance al centro della sua strategia di monetizzazione. Se hai delle domande sulla questione, non esitare a contattare i nostri esperti!